Adriatico Mediterraneo 2018 - XII edizione - Il programma di giovedì 30 agosto

È Bombino il grande protagonista della seconda serata di Adriatico Mediterraneo Festival 2018. Il chitarrista touareg si esibirà alle 21.15 in un concerto imperdibile alla Mole Vanvitelliana di Ancona, per portare sulle rive dell’Adriatico tutto il sound della musica del maghreb e delle contaminazioni internazionali.

Bombino, nato in Niger ma fuggito dalle continue guerre e rivolte della zona, è considerato uno dei migliori chitarristi a livello mondiale - “il miglior chitarrista blues vivente” lo ha definito il New York Times – e ha collaborato con i più grandi nomi della scena internazionale Stevie Wonder, Keith Richards, Robert Plant, Dave Longstreth, Dan Auerbach, Jovanotti e molti altri.

Notevole è anche il percorso che lo ha portato sui palchi di tutto il mondo. Nonostante fosse stato obbligato a fuggire in esilio a causa delle numerose ribellioni nella sua regione nativa, ha coltivato uno status mitico tra il popolo Tuareg, come uno dei più abili e ricercati musicisti. Nel 2009 fece un demo in esilio, che finì nelle mani di un regista americano. Grazie a lui queste registrazioni diventarono l’album di debutto di Bombino, Agadez pubblicato nel 2011, che esordì al primo posto della World iTunes chart. Il suo ultimo album “Deran, è il primo registrato in Africa da dieci anni ed cantato tutto nella lingua madre di Bombino, il tamasheq: dieci brani che mostrano la grande capacità di Bombino di lavorare diversi generi, dal folk, al rock, passando per il blues e il funk e naturalmente il sottogenere “Tuareggae”, di cui è pioniere e precursore.

Appuntamento dunque alle 21.15 alla Mole Vanvitelliana di Ancona per il concerto di Bombino, organizzato in collaborazione con AMAT. Ingresso € 12, ridotti € 5.

Gli incontri: lo sfruttamento nei campi con Aboubakar Soumahoro e Stefania Prandi, e poi le risorse a rischio nell’Adriatico

Parte alle 18.15 al Foyer dell’auditorium della Mole il primo degli incontri di “Diritti e Rovesci”, il ciclo di dibattiti organizzato insieme all’Ombudsman delle Marche per approfondire lo stato dei diritti in Europa e nel Mediterraneo. Si parte con una delle questioni centrali in questo momento in Italia e non solo: la dignità del lavoro, in particolare quello nei campi, al centro sfruttamento, violenze e incidenti emersi in particolare nelle ultime settimane. Gli ospiti sono Aboubakar Soumahoro e Stefania Prandi. Aboubakar Soumahoro, sindacalista di USB, è uno dei leader dei braccianti della piana di Gioia Tauro, in cui vivono e lavorano in condizioni al limite migliaia di braccianti immigrati e dove lo scorso 2 giugno è stato ucciso l’attivista Soumaila Sacko. Stefania Prandi, giornalista, è l’autrice di “Oro rosso”, un duro reportage sulla condizione di violenza e sfruttamento in cui vivono e lavorano le donne braccianti in Italia, Spagna e Marocco. Un incontro quanto mai attuale e importante, specie dopo che la morte in Puglia di 16 braccianti in due incidenti stradali ha drammaticamente portato alla luce la situazione dei lavoratori, soprattutto immigrati, nei campi italiani.

Alle 19.15 alla sala Vanvitelli della Mole, grazie alla collaborazione con CNR-ISMAR, si parla dell’Adriatico, un mare le cui risorse sono sempre più a rischio. L’incontro è l’occasione per fare celebrare anche i primi 50 anni di attività dell’Istituto di Scienze Marine che ha sede proprio ad Ancona. Insieme ai ricercatori dell’ISMAR verrà fatto il punto sullo stato di salute dell’Adriatico, in particolare per quanto riguarda gli effetti della pesca intensiva, uno dei fattori che influenza più pesantemente la situazione del mare. Al termine verrà proiettato alla presenza del regista “L’oro blu”, film documentario di Flavio Oliva che approfondisce proprio gli effetti della pesca sul mare.

Libri, film ed escursioni: tra terremoti e video “cinematici, la gita alla scoperta dell’ex ghetto di Ancona

Nel pomeriggio Adriatico Mediterraneo, in collaborazione con Opera Cooperativa, porta invece il pubblico alla scoperta del quartiere di Capodimonte: un viaggio tra i luoghi dell’ex ghetto della città, tra via Stamira, via Lata, via Bagno e via Astagno, sede delle due sinagoghe di Ancona che, grazie alla disponibilità della Comunità Ebraica di Ancona, saranno eccezionalmente aperte per l’occasione. Al termine dell’escursione aperitivo kosher da Vino al Vino Bistrot. Alle 17.00 alla libreria La Feltrinelli di Corso Garibaldi viene presentato il primo dei libri di Adriatico Mediterraneo 2018: “Il passo dell’acero rosso. Alberi, pecore e macerie” (Aras edizioni) di Matthias Canapini. Il libro è un racconto dell'umanità ferita dai terremoti del 2016 per ricordare che dietro ai numeri, le macerie, le cravatte e i bei discorsi visti in tv ci sono persone, incontrate muovendosi a passo d'uomo tra alberi, borghi in pietra, animali, tessendo una rete tra le varie comunità che con tenacia resistono. Matthias Canapini è nato nel 1992 a Fano. Si occupa di reportage foto giornalistici da freelance, collaborando con giornali, portali online, associazioni e ONLUS.

Alle 22.30 a Wine Not del Grand Hotel Palace si tiene invece la presentazione di “La chiave di cioccolata” di Enrichetta Vilella (ed. Italic Pequod): un romanzo che, con parole di chi ha visto coi suoi occhi le realtà delle carceri, affronta il tema della prigionia e, quindi, inevitabilmente, della libertà. Il racconto ruota intorno alla protagonista Anna che, ormai anziana, legge assorta dei diari scritti da donne detenute che risalgono almeno a una trentina di anni prima. Le autrici dei diari sono tante, come tante sono le protagoniste e tante sono le voci che, come in un’orchestra, spesso si fondono e si confondono. Enrichetta Vilella è nata e Brindisi e vive a Pesaro, dove svolge attività di educatrice e responsabile di area pedagogica presso le carceri.

Per il cinema la serata è dedicata alla collaborazione tra Adriatico Mediterraneo e Cinematica Festival, rassegna dedicata all’immagine in movimento e all’arte: alle 21.30 alla Sala Vanvitelli della Mole saranno proiettati i corti dell’ultima Cinematica Videodance Competition, il concorso che ha raccolto piccoli film di videodanza provenienti da tutto il mondo dedicati al tema “in viaggio”.

La musica di AdMed: l'alba al Passetto, il tramonto al faro del Cardeto, la notte al porto antico

La giornata di Adriatico Mediterraneo Festival parte presto, al sorgere del sole. Alle 6 inizia infatti il primo dei concerti all'alba che si terranno alla scalinata del Passetto, uno dei luoghi più belli di Ancona. Ad inaugurare il ciclo di concerti per chitarra è Luciano Pompilio: chitarrista classico e musicologo, è vincitore di 15 primi premi, tra i quali spicca il concorso di Montelimar (Francia), la rassegna più importante al mondo per duo di chitarra. Ha tenuto concerti in tutta Europa, Asia e America. Per il concerto al Passetto eseguirà un programma che spazia da Rossini alla Spagna.

Al tramonto, alle 19.30, il set si sposta invece in un altro dei luoghi magici di Ancona, il vecchio faro nel parco del Cardeto, dove si uniscono musica e aperitivo. Qui, grazie alla collaborazione con FarGo, si esibisce il quartetto Se.Go.Vi.O. Il nome della formazione nasce dall'unione dei cognomi dei suoi componenti: Salvatore Seminara, Stefano Gori, Paolo Vignani e Gabriele Oglina per ricordare, con un pizzico di ironia, la figura del grande chitarrista spagnolo Andrés Segovia. I quattro musicisti si distinguono per la grande esperienza concertistica internazionale e per l'impegno profuso in ambito didattico. Il repertorio scelto per il concerto al Cardeto pone l'accento sulle possibilità espressive di ogni strumento: l'impatto timbrico che nasce dall'incontro delle corde pizzicate con lo strumento a mantice e i fiati costituisce il terreno ideale per dare vita alle graffianti sonorità della danza. Per concludere la serata ci si sposta al porto antico, alla banchina n°1, dove si scatenano i ritmi del sud con i Taranta Niura, gruppo che nasce dalla passione per la musica del Sud. Energia e originalità la fanno infatti da padroni in un percorso di ricerca iniziato nel cuore del Salento e poi in Campania. Con tamburelli, chitarra, fisarmonica, flauti, basso e voci, la travolgente potenza del ritmo tarantato coinvolgerà tutto il pubblico, con l'obiettivo di mantenere viva la tradizione culturale e musicale salentina con strumenti tipici ma non solo.

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