04 Settembre
Incontri
Spazio Incontri Mole Vanvitelliana
ore 17.30

La letteratura migrante senza veli
SCRITTRICI MUSSULMANE SI RACCONTANO IN ITALIANO

Sumaya Abdel-Qader
Porto il velo, adoro i Queen. Nuove italiane crescono
Sara Hejazi
L'Iran s-velato. Antropologia dell'intreccio tra identità e velo

Più che un incontro un confronto sulla delicata questione del velo islamico rapportata alla difficile condizione della donna musulmana immigrata in Italia.
Un’indagine sull’identità femminile nel controverso mondo dell’Islam attraverso gli occhi di due protagoniste immigrate nel nostro paese, una araba e l’altra persiana, per svelare come sia possibile e anzi ne costituisca un valore aggiunto la convivenza e l’appartenenza a due identità, quella di provenienza e quella acquisita.

Il dibattito verterà sull'immagine della donna musulmana, sia nel paese di origine sia in Italia, la cui autenticità viene stravolta da pregiudizi e da stereotipi grazie anche all'inesatta descrizione che ci viene fornita dai media.
Due voci dal Medio Oriente che, malgrado il fatto di essere donne e per di più immigrate e musulmane, partecipano ogni giorno alla prosperità di questo paese, storie di donne camaleonte che uniscono la culture di origine e quella ospitante per crearne ricchezza.

Il confronto partirà da Sumaya Abdel-Qader, nata e cresciuta in Italia, da famiglia giordano-palestinese, che racconterà il suo testo "Porto il velo, adoro i Queen. Nuove italiane crescono", per arrivare a Sara Hejazi, nata a Mashad, nell’Iran nord-orientale, da padre iraniano e madre italiana, protagonista con il volume "L'Iran s-velato. Antropologia dell'intreccio tra identità e velo".

In "Porto il velo, adoro i Queen” la storia di Sulinda e della sua scelta di velarsi in un paese occidentale, che la porta immediatamente ad essere considerata diversa, tutto ciò che fa assume una luce particolare, camminare per strada, andare in palestra, al mare, oppure andare in vacanza all'estero. Il velo diviene l'elemento che attira l'attenzione degli altri e l’autrice sembra voler dire porto il velo e me ne vanto ma seguendo il racconto si scopre che ciò che vuole rivendicare è ben altra realtà.
Il libro di Sumaya Abdel-Qader consente di confrontarsi con il significato intenso che il velo ha oggi nella nostra società: ma chi è Sulinda? Italiana o araba? Moderna o tradizionalista? Occidentale oppure orientale?
Sicuramente fa parte di quella categoria di individui classificata come "seconda generazione", cioè figlia di immigrati ma nata e cresciuta in un Paese diverso da quello di provenienza dei genitori.

Il velo è sempre filo conduttore nel “L’Iran s-velato” fra presente e passato, dall'epoca dello Scià alla Rivoluzione di Khomeini. Un'analisi sulla figura femminile che emerge nei confini nazionali e che approda alla diaspora; il velo diviene simbolo della diversità non solo in patria ma anche in Occidente.

Un indice davvero interessante, sulle tracce di un paese attraverso la simbologia del velo, velo proibito all'epoca dello Scià di Persia, velo indossato in segno di dissenso contro la monarchia, velo dall'era Khomeini reso obbligatorio, un velo totalmente depoliticizzato ai giorni nostri.
Nel libro l’autrice dedica un intero capitolo a iraniane eccellenti a cominciare da Shirin Ebadi, Premio Nobel per la Pace 2003, donne che sono ancora penalizzate dai codici giuridici ma allo stesso tempo raggiungono posizioni sociali elevate.
Il testo di Sara Hejazi, permetterà di affrontare, e chiarire, i molti stereotipi dei quali si fa carico la simbologia del velo.

Sumaya Abdel Qader è laureata in Biologia e sta conseguendo una seconda laurea in lingue e culture straniere. Collabora con università e scuole italiane tenendo conferenze, lezioni e corsi su diverse tematiche, tra cui Islam, mondo arabo-islamico, musulmani europei e immigrazione. Una dei fondatori dell'Associazione GMI (Giovani Musulmani d'Italia), ha ricoperto la carica di Segretario Generale e Vice Presidente. Scrive per il settimanale Vita e il suo inserto mensile Yalla Italia. E’ fondatrice e Presidente dell'Istituto Gibilterra, per la formazione, lo studio e la ricerca delle dinamiche di relazione tra mondo islamico e mondo non islamico nel Mediterraneo.

Sara Hejazi è dottore di Ricerca in Antropologia Culturale ed Epistemologia della Complessità e cultore della materia Antropologia Culturale presso l’Università degli Studi di Torino. Collabora con il CESMEO (Centro studi asiatici avanzati). E’ giornalista di Vita magazine e di Yalla Italia. Nei suoi studi si è occupata di cultura iraniana contemporanea e cultura della Persia antica.


Introduce le autrici Stefania Cesari, curatrice dell’incontro.


APERTURA PARCHEGGI ARCHI E TRAIANO NEI GIORNI 4.9.2010 E 5.9.2010 A TARIFFA AGEVOLATA

Sabato 4.9.2010
Parcheggio TRAIANO – Apertura dalle ore 19.00 alle ore 8.00 – costo € 1 (custodito fino alle ore 1.00)
Parcheggio ARCHI – Apertura dalle ore 17.00 alle ore 22.00 - gratis

Domenica 5.9.2010
Parcheggio TRAIANO – Apertura dalle ore 16.00 alle ore 24.00 – costo € 1
Parcheggio ARCHI – Apertura dalle ore 16.00 alle ore 22.00 - gratis